Un mio amico compassionevole disse a una povera donna storpia: “Le afflizioni colorano la vita, in fondo”.
“Si,” replicò lei “ma intendo sceglierlo io, il colore”.
Uno degli assiomi di questo libro è che siamo noi, in sostanza, a scegliere il nostro atteggiamento. Scegliamo come colorare le nostre giornate e gli eventi che in quelle giornate si verificano. Tale processo di selezione avviene di continuo nella nostra mente. Ci sarebbe impossibile recepire tutto quello che di visibile e di udibile ci viene offerto in ogni dato momento, così selezioniamo quello che vedremo e quello su cui ci soffermeremo.
San Paolo dava questo consiglio: “Qualsiasi cosa sia vera, qualsiasi cosa sia onorevole, o sia giusta, o sia pura, o sia bella, o sia graziosa, se vi è una qualsiasi eccellenza, se vi è qualcosa, qualsiasi cosa, che sia degna di lode, pensate a queste cose”.
Dietro questa esortazione di Paolo c’è il presupposto che possiamo scegliere i soggetti della nostra contemplazione. Potrà sembrare un’idea piuttosto strana, questa, in alcuni ambienti della psicologia nei quali si parte dal principio che tutto quello che possiamo fare è di lasciarci portare dalla corrente e abbandonarci ai sentimenti che proviamo. Ma Paolo asserisce che il contenuto della nostra mente è in gran parte a nostra discrezione e che, facendo uso di questo potere selettivo, possiamo modificare il nostro mondo.
Norman Vincent Peale racconta di quando attraversò il fiume Hudson in una mattinata di fitta nebbia. Il traghetto era affollato di pendolari che brontolavano e si lamentavano del tempaccio. Con lui c’era la madre, una donna anziana, che mentre se ne stava presso il parapetto, apparentemente ignara dell’umidità e del freddo, commentò: “Com’è bella la nebbia, vero, Norman? C’è qualcosa di così morbido e sognante nel modo in cui accarezza le case e gli alberi e dà una sfumatura tenue a tutto”.
Lui guardò verso il punto che la madre gli indicava. “E in effetti,” dice “era bella, in un certo senso. Tutti noi pendolari avevamo scelto di mettere a fuoco gli aspetti negativi del freddo, mentre mia madre aveva visto il lato buono”.
da “La forza dell’ottimismo” di Alan Loy McGinnis – Edizioni “Le guide de Il Sole 24 ore”