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“Scoprendo Forrester” di Gus Van Sant


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Uno scrittore oramai avanti negli anni, vincitore di un Premio Pulitzer per l’unico libro pubblicato, recluso volontario nel suo appartamento.
Un giovane sedicenne di colore di grande talento, che desidera segretamente diventare uno scrittore.
Il primo non vuole incontrare più il mondo, mentre il secondo pur essendone immerso vorrebbe uscirne per riuscire ad esprimere liberamente ciò che sente dentro.
L’anziano e irascibile William Forrester, interpretato da un intensissimo Sean Connery, diventa il mentore del giovane Jamal, istruendolo e addestrandolo alla scrittura. “Prima scrivi col cuore e poi rivedi con la testa. Il primo concetto è scrivere, non pensare”.
Nel corso dei loro incontri si sviluppa un affetto particolare che li avvicina; un rapporto che cambia la vita ad entrambi: lo scrittore riesce a far emergere tutta l’intelligenza del ragazzo e quest’ultimo ha il merito di far ritornare l’anziano letterato alla vita, lasciando per sempre dietro sé il desiderio di isolamento. Nell’ambiente silenzioso, quasi fuori dal mondo dell’appartamento di Forrester, affollato di pile polverose di classici della letteratura, animato solo dal ticchettio della macchina da scrivere, Jamal fa i primi passi nel mondo della scrittura, scendendo nel profondo di sé, rimestando fra sogni, desideri, passioni, gioie e dolori.

Ma Forrester non si limita a educare Jamal alla scrittura. L’influsso della sua vicinanza va ben oltre. Il ragazzo imparerà, anche pagandone il prezzo, che vi sono valori senza prezzo, ai quali non è possibile rinunciare.
Il film come ammette lo stesso regista è il proseguimento naturale di “Will Haunting, genio ribelle”. Una volta ancora racconta il rapporto tra un uomo adulto e un ragazzo attraverso cui entrambi scoprono se stessi, insegnando l’un l’altro un nuovo modo di vedere il mondo e le cose.
La storia si svolge forse un po’ lentamente nel tentativo di mettere a fuoco la vita del ragazzo, animata e piena di contrasti che il mondo scolastico sembra volergli mettere davanti, spingendolo e al contempo frenandolo nella sua aspirazione, in contrapposizione con l’apparente immobilità di vita dell’anziano scrittore, chiuso nel suo appartamento.
Di Sean Connery non possiamo che confermare, una volta di più, la sua bravura in un ruolo che non solo fisicamente ma anche interiormente sembra calzargli a pennello Splendida la prova del giovane Rob Brown, sedicenne anche lui, alla sua prima esperienza d’attore. Intenso negli sguardi e nei suoi silenzi, attraverso i quali riesce a raccontare l’esistenza dolorosa di Jamal e tutte le sue più alte aspirazioni.

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