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“Amali o li perderai” di Beverly Kaye e Sharon Jordan-Evans


Amare i collaboratori?
E che c’entra l’amore con il lavoro?
E con i collaboratori, poi! L’amore è un sentimento che ha a che fare con ambiti ben diversi e che a ben diverse persone si riserva! Non mischiamo il sacro col profano!

Sembra di sentirli quelli che “ci tengono” a stare al loro posto e soprattutto a tenere gli altri al loro posto.
Ma è poi così vero che amore e professione non hanno nulla a che fare? Non incontriamo, anche lì, essere umani che hanno bisogni, aspirazioni, sentimenti? Possiamo forse parcheggiare l’empatia ogni mattina fuori dall’azienda e riprendercela la sera quando rincasiamo? Può darsi che qualcuno pensi sia giusto farlo e magari ci riesca, ma qual è il prezzo che paga in termini di tensione e accumulo di stress a causa di questo dicotomia?
Beverly Kaye e Sharon Jordan-Evans nel loro libro “Amali o li perderai” non esitano a mettere in evidenza tre punti:i nostri migliori collaboratori sono la risorsa più importante di cui disponiamo. E’ da loro che dipendono il conseguimento dei nostri obiettivi, la soddisfazione dei nostri clienti e il raggiungimento del successo, per noi e per l’Azienda; i nostri migliori collaboratori possono essere preda della concorrenza, che può sottrarceli, e spesso fa di tutto per farlo, da un momento all’altro. I motivi per cui decidono di lasciarci non sono sempre di natura economica. Forse ci piace pensare che lo siano, perché questo serve a giustificarci, almeno in parte. In realtà le ragioni per cui ci abbandonano quasi mai hanno a che vedere con il denaro. Più spesso si tratta di questioni legate all’ambiente, al clima aziendale, alla possibilità o meno di apprendere e di crescere. A volte riceviamo dei segnali di ciò che sta per accadere, a volte no. Anche quando li riceviamo, tuttavia, non è detto che sappiamo vederli o interpretarli correttamente;

possiamo fare molto per fidelizzare i nostri collaboratori. Si tratta azioni possibili, realmente efficaci e immediatamente applicabili, non di comportamenti impraticabili e solo in teoricamente validi. Tra i suggerimenti proposti dagli Autori ci piace citare:
Domandare ai collaboratori che cosa vogliono.
Possiamo anche tirare a indovinare, ma è rischioso; possiamo illuderci che vogliano le stese cose che noi consideriamo importanti, ma è un’ingenuità, possiamo perfino arrabbiarci quando non manifestano apertamente i loro desideri, ma forse sarebbe più utile ci domandassimo per quale motivi non lo fanno.Aiutarli a crescere
Se conosciamo sempre più profondamente i nostri collaboratori, possiamo proporre loro compiti che li stimolino, con reciproco vantaggio, a dare il meglio di sé. Possiamo arricchire le mansioni e ampliare le loro prospettive, creando opportunità, concedendo autonomia e libertà, non al di là di ciò che è possibile, ma con coraggio fin dove è possibile.
Far crescere le persone significa, poi, tenerle informate su tutto ciò che può essere utile esse conoscano o possa motivarle. Un collaboratore che si sente “fuori dal giro” prima o poi deciderà di porsi davvero in quella posizione.
Sviluppare le capacità dei collaboratori implica, infine, fornire loro puntuali, onesti e costruttivi feedback, nel segno del rispetto e della positività; assistere, consigliare, incoraggiare
Una comunicazione efficace è ai primi posti nella classifica delle capacità fondamentali per avere successo nelle aziende private, negli enti pubblici, nelle organizzazioni non profit.
Anche nell’era dell’informatica non tutte le informazioni necessarie al personale si possono inserire in un database e comunicare per via elettronica.

La comunicazione interpersonale diretta è diventata più importante che mai per far fronte alla complessità e al cambiamento e per soddisfare l’esigenza sempre più sentita di responsabilizzare quanti operano sul front line, d’integrare trasversalmente le funzioni, d’ottenere un impegno intelligente da parte di tutti per ridurre il lead time, massimizzare il servizio al cliente e la customer satisfaction, migliorare costantemente la produttività e realizzare la qualità totale. Una delle capacità più importanti di comunicazione interpersonale, e anche una delle più delicate, è quella di dare e ricevere feedback in modo efficace, cioè di fornire ai propri collaboratori, colleghi e superiori informazioni sulle loro azioni utili per realizzare gli obiettivi individuali, di gruppo e dell’organizzazione.

Questo libro è progettato per aiutarvi a migliorare le vostre capacità di dare e ottenere feedback sul posto di lavoro. Illustra le fasi fondamentali del feedback di rinforzo e di riorientamento, come pianificare il feedback efficace, come gestire le situazioni di feedback difficili e molto altro ancora. Applicando le tecniche, già sperimentate in numerose organizzazioni, potrete ottenere significativi risultati. Vi aiuterà a presentare più efficacemente le vostre idee, se dovete fare feedback ad altre persone – colleghi, collaboratori o capi – e a ricevere meglio il vostro feedback, anche se vi viene dato in modo improprio.

Libro consigliato per la formazione aziendale

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