Il più grosso impedimento a dire NO con successo non è l’altro, per quanto ostico possa essere; siamo noi stessi. È la nostra umanissima tendenza a reagire – ossia agire con intensa emotività ma senza un chiaro obiettivo.
Noi esseri umani siamo motori a reazione. E i nostri NO tendono a essere reattivi. Abbozziamo per timore e senso di colpa. Attacchiamo per rabbia. Per tirarci fuori da questa trappola delle tre A dobbiamo diventare capaci di azioni positive, lungimiranti e motivanti.
Questa sfida si trova vivacemente espressa in un antico racconto giapponese che tratta di un samurai e di un pescatore.
Un giorno, il samurai chiese al pescatore di saldargli un debito. “Spiacente” disse il pescatore, “ma ho avuto una pessima annata e mi duole doverle dire che non ho un soldo”.
Facile all’ira, il samurai sguainò la spada e si preparò a uccidere sull’istante il pescatore. Pronto di riflessi, il pescatore coraggiosamente disse: “Ho studiato arti marziali, e il mio maestro mi ha insegnato che non bisogna mai colpire in preda all’ira”.
Il samurai lo guardò per un minuto, poi abbassò lentamente la spada.
“Il tuo maestro è saggio” disse con calma. “Il mio maestro mi ha impartito la stessa lezione. A volte l’ira prende il sopravvento su di me. Ti darò un altro anno per ripagare il tuo debito, ma se mancherà un solo centesimo ti ucciderò senza fallo”.
Il samurai tornò a casa, arrivandoci a tarda notte.
Scivolò dentro in silenzio, per non svegliare sua moglie, ma fu colpito nel trovare nel suo letto due persone: sua moglie e un estraneo in abito da samurai.
In un impeto di gelosia e di rabbia, alzò la spada per colpirli ambedue, ma improvvisamente si ricordò delle parole del pescatore: “Non colpire in preda all’ira”.
Il samurai si fermò un istante, respirò profondamente e poi, deliberatamente, fece un forte rumore. Di colpo la moglie si svegliò, e così fece anche l’ “estraneo”, che si scoprì essere sua madre.
“Che significa tutto questo?” urlò. “Stavo per uccidervi entrambe!”
“Avevo paura dei briganti” spiegò la moglie.
“Così ho fatto indossare a tua madre il tuo vestito da samurai per tenerli lontani”.
Passò un anno, e il pescatore si presentò al samurai.
“Ho avuto un’ottima annata” disse tutto giulivo, “e così questi sono i soldi che le devo, con tanto di interessi”.
“Tieni pure i tuoi soldi” replicò il samurai. “Mi hai già ripagato tanto tempo fa”.
Quando volete dire di NO, ricordate la lezione del samurai: non reagite in preda all’ira – e nemmeno sotto l’effetto di qualsiasi altra emozione negativa, come la paura o il senso di colpa. Respirate profondamente e mettete a fuoco la vostra motivazione – il vostro SI – in quella situazione. Chiedetevi che cosa volete realmente e che cosa conta veramente in quel momento. In altri termini, passate in modo positivo e concentratevi sul SI.
Come fece il samurai, incominciate col fermarvi e raccogliere lo spirito. Poi proseguite col chiedervi perché. Perché volete dire NO? Quali sono i vostri interessi sottostanti, i bisogni, i valori? Una volta che avrete risposto a questa domanda, avrete chiaro quale sia il vostro SI! – la vostra intenzione di proteggere ciò che per voi conta di più.