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E + E = L
Spesso sentiamo dire che un imprenditore, un manager o un politico hanno carisma o che una persona è un leader naturale.
Perché li riconosciamo tali?
E’ difficile rispondere a questa domande in modo razionale, molto è frutto di sensazioni che non riusciamo a spiegare, tutti noi abbiamo una naturale propensione a farci un’idea immediata degli altri semplicemente osservandoli e ascoltandoli.
E’ una competenza che il nostro cervello ha acquisito migliaia di anni fa, quando ancora la parola non esisteva ed occorreva riconoscere gli interlocutori amici dai potenziali nemici interpretando il loro linguaggio del corpo, a quei tempi un’esitazione o un errore poteva costare la vita.
Il successo del leader non è solo frutto di competenze specifiche in un determinato settore ma è direttamente proporzionale alla sua capacità di trasmettere messaggi ed emozioni, sia all’interno che all’esterno del gruppo e non solo utilizzando le parole ma soprattutto servendosi di altri linguaggi.
Gli esperti di comunicazione sostengono che il 60% dei messaggi passa attraverso il linguaggio del corpo – pensiamo a quanto sono importanti le espressioni facciali, i gesti, la postura – il 30% dal linguaggio è paraverbale vale a dire il tono ed il ritmo della voce e solo il 10% riguarda le nostre parole.
Alla luce di ciò che abbiamo appena letto, come possiamo allenare la nostra leadership migliorando i risultati e favorendo il team building?
Ci sono due componenti che meritano un’attenta riflessione e che possiamo osservare e sentire:
“l’Energia e l’Empatia”.
Il dizionario della lingua italiana definisce l’energia come il momento dell’atto operativo; uso attivo della forza; la potenza dell’organismo; l’aumento dell’azione vitale di una parte del corpo. La parola deriva dal greco ἐνέργεια (energheia), termine usato da Aristotele nel senso di azione efficace, composta da en, particella intensiva, ed ergon, capacità di agire.
Il leader energico viene percepito come forte, potente, concreto e vitale.
Il suo linguaggio del corpo è solido, fermo, proteso verso l’ascoltatore, il volume della sua voce è alto ed il ritmo sostenuto.
L’energia è la capacità del leader di penetrare nel mondo, di scuotere e di accendere l’entusiasmo nelle persone che lo ascoltano e che lo seguono, possiamo rappresentare il capo energico come un condottiero che combatte insieme alle sue truppe, marcia in testa, da l’esempio e si espone in prima persona.
Spesso diventa il parafulmine delle tensioni che investono il team dall’esterno, difende i suoi collaboratori e li protegge dai timori che potrebbero spaventarli o demotivarli eccessivamente.
E’ molto focalizzato sull’obiettivo e sul risultato, anche le sfide più estreme sembrano facilmente alla sua portata.
Se il leader è troppo sbilanciato verso l’energia è spesso un accentratore incapace di fidarsi degli altri ed è costretto ad esercitare un controllo opprimente e demotivante.
È convinto che la realtà che vede sia l’unica possibile, con il risultato di radicalizzare la comunicazione rischiando pericolosi scontri frontali.
Il clima che si respira all’interno del team sarà probabilmente ricco di tensioni ed esageratamente competitivo ed individualista, anche la creatività risulta castrata, con uno scarso afflusso di informazioni ed idee dal basso verso l’alto.
Il sentimenti dominanti nell’équipe sono la paura e l’infelicità, le persone non agiscono perché motivate ma perché temono le conseguenze personali negative.
Ne risulta una conduzione autoritaria e manipolatoria che può avere successo per brevi momenti di crisi ma che, se protratta per molto tempo procura infelicità, ansia e ribellione.
Il dizionario ci suggerisce che l’Empatia è la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. La parola deriva dal greco “εμπαθεία” (empatéia, a sua volta composta da en-, “dentro”, e pathos, “sofferenza o sentimento) sentire dentro, sentire come l’altro sente.
Il leader empatico viene percepito come elegante, armonico nei movimenti, costante, attrattivo ed equilibrato.
Il suo linguaggio del corpo è aperto e accogliente, il suo tono è caldo e pacato ed il ritmo regolare, quasi ipnotico.
Sa ascoltare empaticamente e mettersi nei panni del suo interlocutore comprendendo i suoi sentimenti e le sue necessità più profonde.
E’ sensibile e sa interpretare gli stati d’animo dei singoli e delle collettività trasformandoli in visioni positive per un futuro del quale tutti vorrebbero essere protagonisti ed edificatori.
Fa leva sui sentimenti e converte la visione in carburante per la motivazione, ogni compito diventa una causa, ogni azione si trasforma in un atto eroico, ogni obiettivo diventa un sogno.
Ha una naturale propensione ad attrarre a se i talenti migliori, costruendo un team leale che si alimenta di sentimenti positivi, diventando modello per il mercato ed i concorrenti.
Condivide le scelte e le decisioni facendo sentire le persone parte di un tutto, stimola la creatività e le idee innovative.
Se prevale l’empatia il leader è certamente amato e compreso ma non da sicurezza, risulta timido ed incerto nella difesa del gruppo e dei suoi ideali e dopo qualche tempo perde la stima dei collaboratori.
Il clima che si respira all’interno del team è spesso eccessivamente rilassato ed i tempi rischiano di dilatarsi oltre il possibile.
Le persone ne parlano come un ottimo coordinatore, una brava persona ma non come un capo al quale affidarsi, non lo riconoscono un leader dal quale ci si aspetta sintesi efficaci del pensiero del gruppo e decisioni rapide nei momenti difficili.
Il rischio principale è quello della ricerca da parte dei componenti della squadra di un leader naturale che sappia difendere (anche in modo errato) i loro diritti con conseguente perdita di potere e confusione dei ruoli.
Osserviamo la nostra modalità gestionale, se siamo eccessivamente sbilanciati sull’energia proviamo ad ascoltare di più, a sorridere, a delegare alcuni compiti e a condividere maggiormente i progetti.
Se siamo squilibrati verso l’empatia proviamo a decidere con maggiore autonomia, dire qualche volta no e definire obiettivi e tempi più concreti.
Saper dosare in egual misura Energia ed Empatia è il primo passo per diventare dei Leader ancora più autorevoli, riconosciuti e seguiti, capi che sanno far nascere negli altri il desiderio di far parte di una società alla quale tutti vorrebbero appartenere.
Antonio Zanaboni