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“Freedom writers” di Richard LaGravenese


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I giorni tra la fine d’aprile ed i primi giorni di maggio del 1992 fanno parte della storia degli Stati Uniti e della città di Los Angeles. L’ondata di violenza, sedata con l’intervento dell’esercito il due maggio dello stesso anno, pur se scatenata dall’assoluzione dei quattro poliziotti responsabili del pestaggio di Rodney King, era in realtà il culmine di una situazione ormai da molti anni in procinto di esplodere.
Il sogno dell’integrazione e del “melting pot” aveva dovuto cedere alla dura realtà dei fatti: ogni comunità era un mondo a se stante, separato, governato da una paura che troppo spesso trovava il proprio sbocco naturale nella lotta tra gang, nell’odio razziale, nella violenza.

Freedom writers è un film tratto da una storia vera, e narra la vicenda di una coraggiosa insegnante, Erin Gruwell, che osò credere con tutto il cuore in un programma di integrazione razziale sorto all’indomani delle rivolte a Los Angeles. I suoi alti ideali tuttavia si scontrarono molto presto con la crudele realtà dei fatti: da una parte dovette affrontare una classe problematica, caratterizzata da tensione e spesso dalla lotta per la sopravvivenza, mentre d’altro canto fu ostacolata da un establishment a favore dell’integrazione solo sulla carta, perché il nuovo sistema non faceva altro che perpetuare forme striscianti di segregazione nei confronti di categorie svantaggiate.

La lotta della Gruwell è quindi una lotta dal basso e nel cuore di adolescenti che troppo presto nelle loro vite hanno conosciuto una sofferenza tale da renderli adulti precocemente e contro la loro volontà. Erin Gruwell trovò un proprio metodo spingendo i ragazzi a mettere su carta la loro rabbia e la loro frustrazione, facendo capire loro di non essere soli, ma di avere fin troppe esperienze negative in comune.

Hillary Swank, nel ruolo dell’insegnante, ha confessato di avere un debole per le storie vere (basti pensare alla protagonista di “Boys don’t cry”), e anche in questo caso ci regala un’interpretazione degna di rispetto. Freedom writers non è un film perfetto, però riesce a condensare in due ore le sottili dinamiche che si instaurano tra classe ed insegnante e tra questi ed il mondo esterno.

Eppure nonostante qualche difetto (ad esempio dopo la seconda metà del film i gravi problemi di molti ragazzi sembrano rarefarsi nello sfondo), si tratta di un film importante, che dimostra l’attualità della lotta per i diritti civili ancora oggi e nel paese più democratico del mondo. Freedom writers è un film che riesce a toccare, a tratti a commuovere, ma in ogni caso a dare un barlume di speranza se è vero che anche una donna sola può fare la differenza nella vita di molte persone.

Mauro Corso

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