Giovanni Galli è stato un portiere d’eccezione, uno di quelli che se lo hai in squadra può fare la differenza. E la differenza l’ha fatta nel Milan, con cui ha vinto uno scudetto e cinque coppe tra il 1987 e il 1990.
Ma nel 2001 arriva, nei tempi supplementari, il rigore che non si può parare: il figlio Niccolò, diciassettenne speranza del calcio, muore in un incidente stradale in motorino mentre torna a casa dagli allenamenti; una morte assurda, quando una strada scivolosa e un guardrail rotto potrebbero distruggere una famiglia. Ma la rete di affetti di Giovanni, quella davvero non si è mai bucata: restando uniti, il dolore può trasformarsi in un’occasione per essere ancora di aiuto agli altri.
La divisione è fra la partita dell’esistenza giocata da Galli fino ad allora e quei supplementari che né lui, né la moglie Anna e le figlie Camilla e Carolina avrebbero mai e poi mai voluto affrontare. Una frattura che però Galli risolve nell’unità. Nella conferma dell’unità del suo modello di vita, più raro che consueto per chi vive del pallone: appartato senza essere orso. Nell’unità della sua famiglia, quelle tre donne che tanta forza gli hanno dato e gli danno. Nell’unità di chi non ha mai fatto del calcio solo uno sport o una semplice fonte di guadagno, che pure ovviamente c’è stato: tradotto in concreto quell’unità di intenti tra fede e altruismo che vede la nascita, in quello stesso terribile 2001, della Fondazione Niccolò Galli.
Con la moglie Anna, le figlie e un manipolo di amici del figlio, Giovanni crea la Fondazione Niccolò Galli, che da anni sostiene anche economicamente ragazzi, la cui vita è stata cambiata da un incidente stradale. Con la coscienza di chi ci è passato, aiuta le famiglie a trovare, anche là dove pare impossibile, un senso e una nuova forza.
Questo libro è il racconto di una vita vissuta al massimo: gli esordi nel calcio, i trionfi nel Milan, le emozioni dei grandi tornei internazionali, la quotidianità in città diversissime come la sua Firenze, la disordinata Napoli e la Milano da bere, la “scoperta” della televisione assieme a Raimondo Vianello, i problemi con i proprietari e i bilanci delle squadre. Sullo sfondo, una vita familiare pulita, dalla tenera storia d’amore con Anna alla prova più dura che una coppia possa trovarsi ad affrontare. E poi la politica, il volontariato, limpegno in Africa.
Un libro, ‘La vita ai supplementari’, che può essere letto tutto d’un fiato, anzi forse va proprio vissuto così. Senza fermarsi: per entrare dentro a una storia umana e capire che, al di là di ogni presa di posizione politica o di commento calcistico televisivo su cui è lecito dividersi e discutere, lo sguardo di Galli nella copertina del volume mostra davvero il suo atteggiamento aperto di fronte alla vita.
Con la sua esperienza Giovanni Galli lancia un messaggio a tutti quelli che come lui sono stati colpiti dalla vita: non fermarsi mai, ricominciare ogni giorno come al fischio dinizio di una nuova, fatidica partita.
Che si può vincere…
Tommaso Moro
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