Nei suoi sogni è Patti Cake$, regina del rap, e sua nonna la chiama da sempre Superstar. Ma tutto il resto dell’anonimo paese nel New Jersey in cui è cresciuta, poco distante ma già troppo lontano da Manhattan, l’ha soprannominata Dumbo, fin dai tempi delle medie. Patricia Dombroski, 23 anni e un futuro dietro le spalle, è troppo grassa e troppo bianca per sognare di fare la star del rap, genere prevalentemente nero e misogino. Ma Patricia ha i suoi alleati: il suo migliore amico Jheri, giovane farmacista di origine indiana dedito anima e corpo alla musica, e Basterd, rapper nerissimo duro e puro che si autodefinisce “l’anarchico anticristo” ma che non crede “nell’oggettificazione delle donne” (scopriremo sloo più avanti perchè sa esprimersi in modo così forbito).
Fra i detrattori di Patricia invece c’è la madre Barbra, ex cantante pop rock negli anni Ottanta, che ha ancora una gran voce ma è ridotta ad esibirsi in locali malfamati e miserabili. Barbra ripete alla figlia che è a causa (leggi: colpa) sua che non ha avuto la sua grande occasione, e spinge la ragazza ad accettare qualsiasi lavoro per mantenere l’intera famiglia, abbandonando le sue “velleità” di artista “senza nemmeno una goccia di talento musicale nelle vene”.
Starà a Patti Cake$ e ai suoi amici dimostrare al mondo che nel rap ci sono rabbia, ritmo e poesia, e che chiunque abbia queste qualità è autorizzato a portarle in palcoscenico.