In un villaggio, al limitare del deserto della Cina, vivevano tre giovani uomini.
Il villaggio era molto povero, non vi era lavoro alcuno e le famiglie dei ragazzi non avevano cibo per sfamarli.
Un giorno, arrivò un ricco commerciante, di passaggio nel suo viaggio verso ovest e disse pubblicamente che, nel paese di Hainan, a sette giorni di viaggio attraverso il deserto, c’era molto lavoro e possibilità di guadagnare denaro. E si rivolse ai tre giovani e alle loro povere famiglie, consegnando loro una missiva: “Andate, portate questa al mio figlio maggiore e potrete iniziare a lavorare per me”.
L’uomo ripartì e i tre giovani iniziarono a fare timidi progetti sulla sua proposta. E così decisero di partire, verso quel luogo di speranza, col giungere della luna nuova.
Quello che, in verità, li spaventava di più, oltre al fatto di abbandonare le famiglie in cui erano cresciuti, era il lungo viaggio attraverso il deserto e la paura di non riuscire ad arrivare alla meta tanto agognata.
Il momento della partenza stava per giungere e i preparativi fervevano quando, di comune accordo, tutti gli abitanti del paese decisero di contribuire al viaggio, rifornendo i ragazzi di viveri e acqua.
Ma, a causa delle difficoltà economiche in cui tutti versavano, il contenuto delle 3 sacche non risultò molto abbondante.
Tutto venne però diviso in parti uguali, e le tre sacche contenevano: un po’ di frutta, qualche vegetale,
un po’ di riso già cotto, una manciata di carne salata, alcuni frutti essiccati ed una grande otre piena di acqua di pozzo.
Così i tre fanciulli, all’arrivo della luna nuova, si avviarono, preoccupati e silenziosi, per il lungo cammino.
Ogni tre o quattro ore facevano una piccola sosta, per rigenerarsi e bere; e, ognuno secondo le proprie esigenze e criterio, mangiava qualcosa dalla propria sacca.
Il primo iniziò mangiando con moderazione le cose che più gli piacevano, carne e frutti secchi, per meglio riuscire ad affrontare le fatiche del viaggio.
Il secondo mangiò un po’ di tutto in abbondanza, perché le lunghe camminate sotto il sole e il freddo notturno stimolavano il suo appetito.
Il terzo iniziò mangiando la frutta e i vegetali.
Quando arrivarono al quarto giorno di viaggio, si fermarono nell’ora in cui il sole era più alto nel cielo, nei pressi di una roccia, che li proteggeva un po’ dall’impeto del calore e aprirono le loro sacche.
Il primo giovane si disperò: le uniche cose che gli erano rimaste, frutta, verdure e riso cotto erano imputridite a causa degli sbalzi di freddo e caldo fra la notte e il giorno e anche l’acqua, che frutta secca e carne salata gli avevano fatto bere in abbondanza, stava scarseggiando.
Il secondo si ritrovò con la sacca quasi vuota: mangiò le ultime cose e fu preso dalla disperazione di non vedere la fine del suo viaggio.
Solo il terzo giovane, che aveva compreso che la frutta ed i vegetali potevano bastargli nei primi giorni, perché avrebbe consumato meno acqua e il corpo era ancora ben nutrito da non necessitare cibi sostanziosi, aveva tenuto proprio questi per la seconda parte del viaggio ed ebbe quindi la possibilità di portare a buon fine la sua missione.
Sauro Tronconi
da “Al di là del peccato di incoscienza”