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Atteggiamento


L’ottimismo è la colorata barriera corallina in mezzo al Mar Morto, l’oasi disseminata di palme in mezzo al Sahara.
A volte potrebbe sembrare un po’ superficiale e irrealistico, però è necessario per la vita e la sopravvivenza.
Tutti quanti noi abbiamo per lo meno un po’ di ottimismo. Viviamo pur sapendo che moriremo. Lavoriamo su di noi e facciamo del nostro meglio pur sapendo che l’io che stiamo costruendo è mortale.
“Se sapessi che domani il mondo finirà, pianterei ancora un albero di mele”. La celebre frase di Martin Lutero è la più bella sintesi di questo atteggiamento di fondo.
È un po’ come nella fotografia: con un’inquadratura sbagliata rischio di rovinare il soggetto più meraviglioso. E la maggior parte delle persone si sforza di trovare una bella prospettiva per le cose che vuole fotografare. Spinge il soggetto a ridere, sceglie il dettaglio migliore, preferisce inquadrare un miracolo della natura che una discarica di rifiuti.
Con questo, non intendo certo dire che si debba eliminare o negare ciò che c’è di negativo al mondo. Solo, non serve a niente concentrarsi soprattutto su questo. O non lo si può cambiare, oppure abbiamo la possibilità di migliorarlo, ma in tal caso l’ottimista è senz’altro la persona dotata di maggiori energie e speranze. Infatti, per cambiare il mondo occorre grande fiducia che sia possibile farlo. Ottimismo, appunto.
È stato Willy Brandt, che tutti ricordiamo per essersi inginocchiato a Varsavia e per la sua politica distensiva, a osservare: “Nella mia vita ho ottenuto fra l’altro di eliminare le strade senza uscita”.
E Immanuel Kant dichiarò molto prima di lui: “Il cielo ha dato all’uomo tre cose per bilanciare le tante fatiche della vita: la speranza, il sonno e il riso”.
C’è chi si chiede come si possa essere ottimisti davanti a tutta la povertà e la miseria di questo mondo. Io invece mi domando: come è possibile esistere senza esserlo? Se non avessi la sensazione di poter vivere nell’ingiustizia? “La speranza è il parapioggia che ci protegge dai rovesci della vita”, diceva Nietzsche.
L’ottimismo e la speranza sono il carburante del motore della nostra esistenza. Ci fanno andare avanti, ci permettono di credere e di combattere. Senza di essi, il mondo sarebbe buoi e ci sarebbe una vera ragione per essere pessimisti. Con loro, ma questa è quasi una verità lapalissiana, c’è motivo di sperare.
Lo abbiamo sperimentato nella vita di tutti i giorni: chi crede immancabilmente che tutto gli andrà storto incappa in un fallimento. Chi si accosta timoroso a grandi imprese ha già perso in partenza, o quasi. Il pensiero positivo invece attira il successo e con il senno di poi è ampiamente giustificato.
“La disperazione è la sconfitta anticipata” (Karl Jaspers). Nessuna impresa esisterebbe senza un imprenditore che ha creduto con ottimismo alla possibilità di successo del proprio prodotto. E se non ci fossero imprese, non ci sarebbero posti di lavoro, economia, pensioni.
Come ho detto: non possiamo fare a meno dell’ottimismo. A livello politico, filosofico, economico, spirituale. Senza ottimismo, tutto crollerebbe.
“Tutte le speranze sono ingenue, ma noi ne vivevamo”, ebbe a scrivere Primo Levi (La tregua, Einaudi 1978, pagina 30).
Per ottimista, però, non si intende una persona che si butta dal non piano di una casa e giunto al terzo si dice che è ancora viva. No, ottimista è chi vede la realtà in tutta la sua complessità e sa ricavarne il meglio, conscio che un atteggiamento positivo farà di lui una persona più felice, più sana e più vincente. “L’ottimista “fiorisce”, il pessimista “avvizzisce”, fa notare la psicologa statunitense Barbara Fredrickson.
L’ottimismo crea la base su cui poggia.
La speranza genera cambiamento e già così si giustifica: esattamente il contrario di un circolo vizioso.
Dato che la vita è piena di insidie e di trappole, può aver successo solo chi crede con ottimismo che la sua meta sia raggiungibile, prima o poi. Tutti gli altri fanno presto a gettare la spugna. “Un ottimista vede un’opportunità in ogni difficoltà; un pessimista vede una difficoltà in ogni opportunità” ha detto a questo proposito Winston Churchill.
L’ottimista tira un sospiro quando vede la luce in fondo al tunnel; il pessimista invece pensa che sia il treno che gli viene incontro.

Florian Langenscheidt
“Il dizionario dell’Ottimista”

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