Il 18 settembre scorso è deceduta Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema americana.
Un bellissimo film, “Una giusta causa” del 2018, con la regia di Mimi Leder e Felicity Jones, nei panni di Ruth Bader Ginsburg, ci racconta la sua vita, sempre dedicata a lavorare per migliorare la realtà delle tante minoranze discriminate.
A metà degli anni ’50, Ruth Bader Ginsburg fu ammessa, insieme ad appena otto colleghe di sesso femminile, alla prestigiosa Harvard Law School per proseguire poi gli studi presso la Columbia University, dove si laureò in legge nel 1959. Nonostante i brillanti risultati, Ruth incontrò enormi difficoltà a trovare lavoro presso uno studio legale, a causa del suo essere donna. Nel 1970, il marito le propose di rappresentare un cliente per una piccola evasione fiscale. Apparentemente un caso modesto, che presentava una discriminazione di genere: l’accusato doveva pagare soltanto perché appartenente al sesso maschile. Ruth convinse i magistrati dell’assurdità della legge, aprendo la strada per una maggiore eguaglianza nella legislazione statunitense, a favore di tutte le minoranze. Una guerriera, che non ha mai abbassato la testa.
In “Una giusta causa”, fin dall’università si sente chiedere perché non abbia lasciato il posto a un maschio. I suoi desideri non interessano, gli antichi retaggi guardano alle madri come custodi del focolare.
Ginsburg ha messo in atto una quieta rivoluzione, fondata sulla parola, sul controllo delle emozioni, sul duro lavoro. Il film esalta la sua protagonista, e trascina anche la platea. Ma la regista Mimi Leder non vuole mettere in scena un comizio. Si innamora della Ginsburg, ne tratteggia le debolezze, i fallimenti, per poi accompagnarla fino al successo. Da professoressa a esempio per le nuove generazioni, attraverso i decenni.
Con tanto di apparizione finale della vera Ginsburg.
Il film è visibile a noleggio sulle principali piattaforme di streaming: Chili, Rakuten, Google Play.
Tiziano Conti