Gli eventi non sono mai neutri perchè i loro effetti dipendono dai vari individui: la sventura è un marciapiede per un genio, una piscina per il cristiano, un tesoro per l’uomo abile, un abisso per i deboli.
HONORE’ DE BALZAC
Si, ha ragione il famoso scrittore francese Honoré de Balzac quando ci propone questa considerazione sulla sventura nel suo romanzo Grandezza e decadenza di Cesare Birotteau (1837).
Lo stesso evento viene, infatti, vissuto da persone diverse con differenti esperienze ed esiti.
Così nel caso di un fatto negativo c’è chi riesce ad attraversarlo trasfigurandolo e forse riuscendo a trasformarlo persino in un’opera mirabile, come può fare un artista.
C’è, invece, chi vi precipita come in un abisso e vi annega, oppure chi lo vive come l’occasione per purificarsi, per temprarsi e liberarsi da tante illusioni: è quella “piscina” che Balzac assegna come luogo di immersione ai cristiani nel tempo della prova. Infine, c’è chi riesce ad approfittare anche della disgrazia per guadagnarci.
Tutta questa varietà di risultati prodotti da un fatto identico rivela che per molti versi siamo noi a piegare e a trasformare la realtà.
Questo dato dovrebbe spingerci all’impegno in ogni situazione, senza lasciarci abbattere, senza permettere che lo scoraggiamento spenga in noi ogni energia e ci renda inerti e fatalisti.
da “Breviario Laico – 366 riflessioni giorno dopo giorno”
di Gianfranco Ravasi