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“Kinky Boots” di Julian Jarrold


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Una fabbrica di scarpe è la pesante eredità che Charlie Price si trova a dover gestire dopo l’improvvisa morte di suo padre: purtroppo gli affari non vanno come dovrebbero, ma quando tutto sembra perduto, ecco che per le strade di Londra il destino di Charlie s’incrocia fatalmente con quello di Lola, una… drag queen tanto esuberante quanto dotata di uno spiccato fiuto per quello che fa moda e tendenza, pure se per una fetta di mercato decisamente “particolare”…

Sembra incredibile, ma l’opera prima di Julian Jarrold (che si è comunque fatto le ossa con la televisione) è ispirata una storia realmente accaduta, cosa che rende ancora più bizzarra quella che potremmo definire una delle commedie inglesi più riuscite degli ultimi tempi.

Era da un bel pò che non si vedeva sul grande schermo un così piacevole intrattenimento in puro “british style”, ricco di personaggi accuratamente caratterizzati che per fortuna non scivolano nel grottesco e nella facile macchietta, nella tradizione di successi come “Full Monty” e “Billy Elliot”.
Rispettando con orologio alla mano le classiche tappe che questo tipo di film esige (prologo/presentazione, problema, apparente soluzione, di nuovo problema in apparenza insormontabile, happy end), Jarrold riesce ad accontentare anche i palati più fini, grazie anche ad una colonna sonora di tutto rispetto (David Bowie, James Brown, Nina Simone) e soprattutto ad un cast di attori di certo non di cartellone, ma davvero encomiabile. Ci sono i soliti ruoli di contorno che comunque danno il loro contributo all’intricata vicenda, ma quello che resta nella memoria è lui/lei, Lola, cui presta volto e “voce” un impronunciabile nome da segnarsi sul taccuino: Chiwetel Ejiofor.

Eclettico attore inglese di origine nigeriana, il protagonista di “Piccoli affari sporchi” (quest’anno già in “Inside Man” e “Four Brothers”) supera se stesso negli scintillanti panni della drag dall’infanzia infelice e dal cuore d’oro: credibile sia quando si muove sul palco dei locali di Soho sui “Kinky Boots”, gli stravaganti stivali del titolo, sia quando dimostra la propria umanità “senza trucco”, ovviamente senza perdere mai il sense of humour, arma che si conferma essere proverbiale per affrontare e superare anche i momenti più difficili.
Da applauso.

La frase: “Io non sono un travestito, sono una drag queen. Una drag queen in abito da sera può sembrare Kylie. Un travestito in abito da sera assomiglia a Boris Yeltsin col rossetto!”

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